domenica 23 maggio 2010

I miei 22 giorni di cammino verso l'inseminazione artificiale.

Scoprire di non potere più avere figli in modo naturale può essere, per alcune donne,devastante. Soprattutto se questo accade a pochi mesi dal tuo matrimonio. Ti eri fatta tutto un tuo progetto sul “farti una famiglia” e di colpo ti senti vecchia come non mai, la tua autostima sotto le scarpe.
Poi ti imbatti in una clinica specializzata in infertilità e, un po' come accade nelle gravidanze normali, all'inizio sei un po' inconsapevole. Non sai bene a cosa stai andando incontro, scopri tutto piano piano. Prima un esame, poi un altro, poi ti dicono che hai bisogno di un'operazione e quindi la fai; altri esami, medicinali... E tu vai avanti, come trascinata da una corrente che sembra dire: “Fai così che va bene”! Ad un certo punto, finito il “pre-testing” come lo chiamano negli States, se sei sufficientemente fortunata da essere ritenuta idonea ai protocolli di inseminazione artificiale, inizia il vero e proprio IVF CYCLE, cioè inizi la stimolazione ovarica che ti porterà, sempre aiutata dalla fortuna, al cd. EGG RETRIEVAL (all'espianto degli ovociti) e se proprio ancora hai una botta di c...., al cd. TRANSFER (all'impianto dell'embrione/i) e dopo 12 giorni al tanto sospirato test di gravidanza.

Quando ti spiegano il protocollo che ti è stato assegnato in base ai risultati dei tuoi test, ancora NON SAI a cosa in realtà ti sottoporrai!
Lo scopri giorno per giorno...e più vai avanti, più le domande e i dubbi crescono, fino a quando ad un certo punto sei così confusa e stressata che arrivi a pensare: “Ma che sto facendo?! Possibile che una persona sana come me debba ammalarsi per rimanere incinta?”. Però stai andando...hai iniziato la cura, le punture, le pillole, il monitoraggio quasi quotidiano e quindi VAI...perché ormai hai focalizzato il tuo obiettivo: fare più ovociti possibile!!

La prima settimana di stimolazione è la più semplice. Ma questo lo realizzi soltanto la seconda settimana, quando devi andare alla clinica tutte le mattine entro le 8 per esame del sangue ed ecografia transvaginale, quando la tua pancia è diventata verde dai lividi delle 4 punture quotidiane e ti senti talmente gonfia che non hai nemmeno voglia di guardarti allo specchio e il solo abbigliamento che sopporti addosso è la tuta da ginnastica!
Guardi tuo marito e ti senti malissimo per essere responsabile di fargli vivere una situazione così, anche se sai che non è colpa tua. Ma lui è un amore, ha sempre il sorriso anche quando è stanco, ti abbraccia e ti coccola, ti riassicura...ti dice: “Sei bellissima, non ti preoccupare che andrà tutto bene”. A volte la sera a letto parla alla tua pancia indolenzita, dicendo alle potenziali uova: “Brave, crescete e venite a giocare..” e a te ti viene da piangere. Tutte le mattine e tutte le sere ti fa le punture preoccupato di farti male, e non manca ad un controllo.

Gli ultimi giorni sono pazzeschi! Tutte le mattine vai al controllo e l'unica cosa che hai in mente sono le misure dei tuoi follicoli, cioè dei gusci che dovrebbero contenere le uova. Si, perché non si può vedere se dentro ci sono realmente delle uova che stanno maturando. E quindi dentro di te sai che c'è la possibilità che tu stia facendo tutto questo per niente! La sola cosa che sai è che i follicoli devono misurare almeno 15mm e ovviamente più follicoli ci sono, maggiori sono le possibilità di avere delle uova, anche se non si sa se siano di buona qualità.
Ascolti l'infermiera che detta questi numeri all'assistente e con le mani conti...e preghi che dica ancora un altro numero, alto, bello. Poi devi aspettare che ti telefonino per dirti se devi continuare la cura un altro giorno o passare alla fase successiva.

Finalmente arriva la tanto sospirata puntura che segna l'inizio della seconda fase. Devi farla tardi la sera, ad un orario esatto che ti danno loro in base all'ora del tuo appuntamento per l'espianto degli ovociti. Dalla puntura devono passare esattamente 36 ore! Alla clinica non te la fanno perché sono chiusi a quell'ora di sera, all'ospedale neanche e tu sei li che pensi come puoi fare. Non te la senti di far fare una puntura così importante a tuo marito, anche se vi hanno fatto una specie di lezione. Alla fine lo chiedi ad una mezza sconosciuta, moglie di un amico, che è infermiera.

Il giorno dell'EGG RETRIEVAL sei abbastanza tranquilla. Partite per tempo ma vi trovate imbottigliati nel traffico mattutino. Dopo mezzora quasi fermi ti viene il panico! Non potete arrivare tardiii!! Ti passano nella mente le immagini di tutte le punture ed i controlli che hai fatto e non puoi immaginare di rovinare tutto per il traffico!! Alla fine arrivate, di corsa e di cattivo umore. Non è un bell'inizio. Comunque provi a rilassarti. Poi ti chiamano e si comincia.
Entri in sala operatoria ed alla vista di quel lettino ginecologico modificato ti viene lo sconforto. Non tanto per la paura, ma per lo schifo della situazione..pensi a tuo marito che tra un po' dovrà andare nella stanza 301 a “raccogliere il seme”...che romanticismo! L' anestesista idiota pretende di infilarti l'ago nella mano, a te che hai delle vene facilissime! Fa casino. Toglie e rimette quell'ago 2 o 3 volte e ormai sei arrabbiata all'infinito! Quando cominciano gli dici: “Hey, I'm still awake”... e loro ti rispondono che ti stanno solo preparando per l'intervento. Mentre preghi che il medicinale faccia effetto velocemente, ancora una volta ti dici: “Dio, che sto facendo?!” ma ormai sei addormentata.

Al tuo risveglio ti dicono che c'erano 6 UOVA (su 8 follicoli di partenza, già ne hai persi 2..ti girano, ma va bene lo stesso: alla fine, te ne serve uno solo! Poteva andare peggio). Non sai altro; neanche loro lo sanno perché devono ancora esaminarle. Ti dicono che ti telefoneranno domani per farti sapere la loro qualità, se hanno retto la fecondazione, se insomma sarai promossa alla fase successiva, l'impianto. Sei FELICE, anche se hai paura di esserlo: Odi dover fronteggiare le false speranze, sei una che gioisce solo alla fine!
Smaltita l'anestesia, passi un pomeriggio in preda a crampi addominali assurdi. E ti dici: “Ma guarda cosa mi tocca fare!! E non so neanche se funzionerà”.

Il giorno dopo vivi col cellulare attaccato al corpo in attesa della telefonata...sai che più o meno ti chiameranno nel primo pomeriggio, ma dalle 11 ti sembra tardi. E poi... drinnn.... “You did very well” quelle parole ti fanno tremare. Cammini avanti e indietro per la stanza mentre l'infermiera ti spiega che 5 uova sono state fertilizzate e ti da tutte le informazioni per l'impianto che sarà dopo 3 giorni. Lei parla ma tu, tra l'inglese e l'emozione, capisci pochissimo...la tua mente è ferma a quella frase: "I have good news...you did good...5 embryos". Vuoi concludere la telefonata velocemente per goderti il tuo momento.
Ecco, sei immobile sul divano e finalmente piangi di gioia! Vorresti dire: “Ce l'ho fatta” ma hai paura che porti sfortuna. Devi stare calma. Chiami tuo marito e quando senti la sua voce emozionata piangi di nuovo.
Ritrovata la calma, ti ricordi che i medici non sanno quanti embrioni vuoi che ti siano rimessi dentro. Richiami ma non c'è verso di parlare con la clinica. Ti risponde sempre la centralinista a cui devi lasciare un messaggio. “La richiameremo”. Ma nessuno richiama. Allora ti monta la rabbia: possibile che non capiscano quanto sia importante richiamare un paziente del quale stanno maneggiando il futuro?! Anche se fosse solo per rispondere a domande inutili, o per dire “Don't worry”! Ti vengono idee paranoiche sul fatto che adesso loro non lo sanno e magari qualcosa andrà male, ti irriti sempre di più, sei stanca all'infinito, dopo la precedente notte insonne.
La mattina dopo alle 7.30 chiedi a Scott di telefonare; il suo inglese forse sortirà un migliore effetto. Invece solita tiritera.. "la richiameremo". E finalmente ti telefonano spiegandoti che il fatto che gli embrioni siano fecondati non è il passo finale. Devono crescere in un determinato modo e non sempre crescono. Tutto verrà discusso la mattina dell'impianto, sulla base del reale sviluppo degli embrioni.
Rimani di sasso! Ma quella situazione di incertezza ti è più familiare della gioia di prima...quasi ti senti meglio, più a tuo agio. Respiri. Ti dici: “Forza Sabry”.
Nel pomeriggio ricevi un'altra telefonata..hai quasi paura di rispondere... “Perché mi richiamano? Non c'è motivo...l'appuntamento è per domattina alle 10. Fine”. Inceve ti chiedono se vuoi fare un test genetico sui TRE embrioni rimasti. Balbetti che ti affidi ai suggerimenti del medico perché non conosci lo stato di salute dei tuoi embrioni e la voce dall'altro capo dice che la Dott.ssa Greenseid non lo raccomanda. Ok, allora niente test aggiuntivo.
Oddio, Due sono morti. Un po' ti senti morire anche te. Vivere una situazione così innaturale come una gravidanza in vitro produce dei meccanismi mentali strani. Conosci in anticipo l'esatto momento della fecondazione, quel “qualcosa” che avviene mentre fai l'amore col tuo uomo...e ti senti madre prima di scoprirlo con un test di gravidanza. Due embrioni morti. Due figli che non avrai mai.
Ti concentri sul fatto che 3 sono ancora li...tentando di diventare “blastocisti” o qualcosa del genere... insomma stanno cercando di creare un essere umano nuovo.
Sai che il TRANSFER non è la garanzia che sei incinta. E' l'ultimo passo del ciclo di inseminazione artificiale. Poi è solo il tuo corpo a decidere. Sei di cattivissimo umore, non sai neanche perché. Ti sembra che tutto vada male, lo stress ti fa perdere un po' della tua solita lucidità e questo ti irrita.

La notte che precede l'IMPIANTO è insonne, ma finalmente arriva l'ora di partire. Prima tappa agopuntore, poi ospedale e poi di nuovo agopuntore.
Alle 10 esatte fai il check in al Saint Barnabas Hospital e cominci a bere dalla bottiglia che ti hanno detto di portare. Per l'occasione hai scelto una bottiglia europea, Evian, l'unica acqua che ti ricorda un po' casa. Poi ti chiamano. Solita routine: ti spogli, ti metti la “divisa” da sala operatoria, parli con le infermiere, pressione, temperatura, ecc. Chiamano Scott e finalmente arriva il medico. E' la stessa dottoressa dell'espianto: una minuscola creatura cinese; mani minuscole, occhiali minuscoli. Ti dici: “Meglio, visto che deve maneggiare oggetti minuscoli”! Vi informa che purtroppo un altro dei vostri embrioni non è sopravvissuto, ma ne restano due: uno di 8 cellule e uno di 4. Ti tornano in mente tutte le cose che hai letto sull'argomento e dici: “Ah, 8 cellule è buono, è forte”. “Si” risponde “ma anche quello di 4 è in crescita per cui siamo positivi”.
E' ora di andare. Baci tuo marito, vedi il suo sguardo preoccupato, gli dici “Tanto poi ti chiamano”, ma ti dispiace lasciarlo li e pensi che dovrebbero fare in modo di far assistere il compagno a questa procedura così importante: in fondo il seme è il suo! Il transfer è molto veloce e senza anestesia. Tu puoi seguire dal monitor tutte le fasi. Hai paura, ma in fondo non stai sentendo molto di più di un esame ginecologico. E poi arriva! Il momento in cui i tuoi embrioni sono introdotti nell'utero. Non senti niente, ma vedi la cannula che entra in questo ovale bianco nello schermo e due pallini saltarci dentro. Senti tutti li dentro esultare e dire: “Great! Done!”. Capisci che tutto è andato alla perfezione e la dott.ssa Chen te lo conferma.

Sei un po' frastornata. Ti appoggiano sul petto la foto dei tuoi embrioni. Quei cerchi ti sembrano la cosa più bella del mondo. Ti viene da piangere ma non puoi... le contrazioni addominali potrebbero, non so, disturbare il tutto!! Adesso devi stare sdraiata per una mezzora e poi FATTO! Puoi andare.

Quando rivedi Scott è particolarmente emozionato. Gli mostri la foto dei vostri embrioni, che ormai sono dentro di te. Lui ti bacia, ti accarezza, gli brillano gli occhi. Ti tocca la pancia e gli parla: “Bentornati a casa!”. Gli spieghi che in 2-5 giorni dovrebbe avvenire l'impianto nel tuo utero e se va tutto bene tra 2 settimane il test di gravidanza sarà positivo!

Ancora l'avventura non è finita, manca il rush finale. Ma dopo 22 giorni dall'inizio del vero e proprio ciclo di inseminazione artificiale e più di 4 mesi dalla scoperta della tua poca fertilità, oggi ti concedi di essere felice. DAVVERO FELICE!