venerdì 26 marzo 2010



Ciao a tutti!!

Stamattina mi sono alzata prestissimo, elettrizzata dall'idea di condividere con tutti coloro che lo vorrano, la strada per la realizzazione del progetto + importante della mia vita:
diventare mamma
a 40 anni
a New York!

Ebbene si... l'anno scorso ho deciso di lasciare la mia bella Firenze, la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro e di seguire il cuore, sposando il 14 nov 2009 una splendida persona con un unico neo: l'essere americano!



Quindi, non senza difficoltà, mi sono trasferita... portando con me tanti sogni e speranze ma anche tanta solitudine, avendo lasciato tutta la mia vita, le mie abitudini, il mio mondo.
Ed eccomi qui, in un bel grattacielo ai bordi di Manhattan, davanti alla mia immensa finestra che guarda la Statua della Libertà. Il pensiero corre spesso ai miei affetti lontani e spero che questo blog mi faccia sentire meno sola nella mia “impervia” strada verso la maternità.

La mia avventura alla ricerca di un figlio comincia il 12 gennaio 2010. Dopo diversi mesi di tentativi “naturali”, test ovulatori, temperatura basale, ho detto a Scott: “ Amore, perchè non andiamo da un dottore per vedere se va tutto bene? Magari ci servono solo un po' di vitamine?!”. E siccome io sono una a cui piace andare subito al sodo, ho trovato un istituto specializzato in infertilità.
La dottoressa Greenseid è una persona minuta, più giovane di me, che mi è piaciuta dal primo momento. E' calma e paziente, e meno male perchè il mio inglese è lontano dall'essere perfetto.
Vi siete mai chiesti come si traducono frasi tipo: “mi sento gonfia..ho delle perdite..” ; o quando ti chiedono di “spiegare” che tipo di mestruazioni hai?! Colore?! Densità?! Per non parlare della depressione che ti viene quando cerchi di capire come funziona il sistema sanitario americano!!

Dal primo appuntamento all'Institute of Reproductive Medicine and Sciences ( IRMS) io e Scott usciamo con una lista di esami lunga un mese!! Esami del sangue di tutti i tipi, mammografia, isterosalpingografia, spermiogramma per Scott... per non parlare dei vari tipi di ecografie, trasvaginali e non, che mi fanno direttamente all'IRMS.
La cosa positiva degli States è che non devi aspettare mesi per avere un appuntamento, soprattutto se hai una buona assicurazione sanitaria come la nostra. Tutto molto “easy”...l'IRMS prende gli appuntamenti, tu vai e non ti devi nemmeno preoccupare di ritirare gli esami perchè li spediscono direttamente al dottore.
E cominciamo...beh, a dir la verità gli esami sono praticamente tutti miei. Scott se la cava con un esame del sangue e un esame dello sperma (che abbiamo “raccolto” a casa e portato entro 45 minuti ad analizzare:-). Io devo fare 2 mammografie e una ecografia al seno..la ragazza che mi fa l'esame si innamora del fatto che sono italiana e mi bombarda di domande tipo: qual'è il miglior treno per venire in Italia da Parigi? Roba così...io sfrutto la veloce “amicizia” per chiedere informazioni sui risultati del mio esame: “cosa vedi? Perchè devo farne 2 di mammografie?” . Lei carinissima. Alla fine tutto bene. Bene anche l'isterosalpingografia, esame non divertente nel quale ti iniettano da “là” del liquido di contrasto per vedere se le tube sono aperte. Le mie lo sono.
Faccio una eco-trasnvaginale al 3 giorno di ciclo (non voglio commentare!), esami del sangue a tutte le ore del giorno per testare i miei valori ormonali...lo sapete che in america non devi essere digiuno per l'esame del sangue?!

Il 4 Febbraio è un giorno che non scorderò facilmente. Io e Scott veniamo ricevuti da una sorridente dott.ssa Greenseid che con tutta la calma di questo mondo ci comunica che “nessuno” dei nostri esami è andato bene!!
L'unica possibilità di avere un figlio è l'inseminazione artificiale.
Neanche quella in vivo (fecondando i miei ovuli dentro di me) ma solo in vitro: estraendo i miei ovuli, fecondandoli in laboratorio e rimettendomeli dentro...nella speranza che sopravvivano! E meno male che pensavo a qualche vitamina e via...
Alla frase della dott.ssa : “le possibilità che tu produca ovuli sani sono molto basse, ma c'è sempre l'adozione” io scoppio a piangere. Scott si alza sentenziando: “enough”! Ci calmiamo. Lei ci spiega l'iter da seguire per arrivare all'inseminazione artificiale: altri esami, cure ormonali. Alla fine le chiedo: “quante possibilità ci sono che abbia un figlio?”. Lei mi dice che non si può sapere perchè non si sa come possa reagire alle cure ormonali. Insisto. Mi dice: 50%.

Siamo distrutti. I miei sogni di iniziare una nuova vita e farmi una famiglia si sgretolano. Tante domande, tanti dubbi. Chiamo le mie amiche...parlo...mi sfogo. Poi una di loro mi dice una frase: “tu sei una che quando vuoi una cosa non ti fermi davanti a niente. Certo che avrai un figlio!”. Li mi sveglio... certo che proverò!! Proverò ma non fino a snaturare una cosa che dovrebbe essere naturale..mi do un mio orologio interno; non voglio arrivare a cure assurde pur di rimanere incinta! Se dopo 2 o 3 volte non andrà bene, mi fermerò. Piangerò tutte le mie lascrime e poi continuerò con la mia vita.



E via con altri esami. La mia ulteriore eco in acqua evidenzia dei fibromi/ polipi (non ho capito)...la dott.ssa mi spiega che il loro protocollo prevede che l'IVF (uso il termine inglese per indicare l'inseminazione in vitro) sia effettuata solo su uteri perfetti. Chiedo: “il mio è perfetto?”. Mi risponde: “lo sarà”. Capisco dopo che mi devo operare per togliere questi “cosi” che toglierebbero spazio al mio bambino...soprattutto se i bambini fossero più di uno (dato che con l'IVF ti inseriscono più di un embrione, così se qualcuno non sopravvive c'è sempre l'altro... a meno che non sopravvivano tutti!).

Il 1° aprile 2010 mi opererò. Sarà la mia prima esperienza in un ospedale americano e sono un pò nervosa! Speriamo bene...
Vi aggiornerò!